Quando potare?
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La potatura, e soprattutto quella degli alberi da frutto, è una delle pratiche ritenute più difficili dai giardinieri e frutticoltori amatoriali. In effetti, alcune specie ... Le potature mese per mese | PolliceGreen
www.pollicegreen.com › Orto e Frutteto2 ott 2010 – Come sa bene ogni giardiniere esperto, la potatura degli alberi è un'operazione piuttosto delicata che bisogna saper fare nei modi e nei tempi ...Tempo di potatura
www.agrizizzi.it/index.php?option...tempo...potatura...Tempo di potatura. potatura 1-4b4857fda4ada5abd582f6f08a477f76 La potatura, soprattutto quella degli alberi da frutto, è una delle pratiche ritenute più difficili ...E' tempo di potatura degli alberi: operai al lavoro in piazza ...
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www.gardena.com/it/garden.../il-taglio-giusto-per-un-buon-raccolto/Anche per gli alberi giovani tra i 6 e gli 8 anni, la potatura d'inverno aiuta la crescita ... la potatura sia così importante oggi quando un tempo gli alberi davano frutto ... esempio, consentono tagli precisi e regolari anche nella chioma degli alberi.Potatura degli alberi da frutto - Fai da te
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www.bayergarden.it › ... › Cura del Giardino › Cura di Alberi e Arbusti19 apr 2012 – Il periodo ideale per potare la maggior parte degli alberi è il riposo ... della ripresa della crescita, i nuovi tessuti copriranno in poco tempo i tagli.
AGENDA DELLA POTATURA
Alberi da frutto: Melo
Melo - Malus pumila Mill.
Atlante delle coltivazioni arboree - Alberi da frutto
Generalità
Originario di una zona sud caucasica, il melo è oggi coltivato intensivamente in Cina, Stati Uniti, Russia, Europa (soprattutto in Italia e Francia).
In Italia la produzione è concentrata nel settentrione: l'80% del raccolto nazionale, infatti, proviene da tre regioni del Nord: Trentino-Alto Adige (46%), Emilia-Romagna (17%) e Veneto (14%). Altre aree di una certa importanza sono Piemonte, Lombardia e Campania.
Appartiene alla grande famiglia delle Rosaceae, sottofamiglia Pomoideae, genere Malus.
Il melo è una pianta di dimensioni medio-elevate che può raggiungere un'altezza anche di 8-10 metri.
Il melo presenta gemme a legno e miste portate da diversi rami fruttiferi, cioè da dardi, lamburde, brindilli e rami misti. Il frutto è un pomo o melonide (falso frutto); la corteccia è tipicamente liscia rispetto altre specie e la foglia si distingue per il margine seghettato. Esiste autoincompatibilità gametofitica nel gruppo della cultivar (cv), ma i gruppi pomologici sono tra loro intercompatibili, perciò sono necessarie più cv per un impianto.
Limiti pedoclimatici: è resistente al freddo (fino a -25°C, con qualche eccezione), per la sensibilità alle gelate tardive dipende dall’epoca di fioritura, e sopporta bene il calcare se il terreno è ben drenato, si adatta a vari terreni.
La potatura degli alberi da frutta e ornamentali
PREMESSA
Questa dispensa propone un sistema elementare di potatura basato sull’assecondamento delle tendenze naturali
delle piante, la sua validità è quindi limitata al giardinaggio ed alla frutticoltura di tipo famigliare.
Per iniziare ricordiamo alcuni concetti fondamentali utili ad orientare le nostre azioni:
1) le piante non hanno esigenza di essere potate, in natura prosperano rigogliose senza l’intervento
dell‘uomo.
2) la potatura è sempre fonte di sofferenza per la pianta, una potatura malfatta la può danneggiare
irrimediabilmente o può farla morire.
Piuttosto che potare male è meglio non potare.
3) la potatura è una tecnica inventata dall’uomo con tre scopi precisi:
DARE UNA FORMA ALLA PIANTA
CONTENERNE LE DIMENSIONI
AUMENTARE LA PRODUZIONE DI FIORI E FRUTTI
TECNICA DI POTATURA
La potatura naturale
Il sistema di potatura che proponiamo è molto semplice e dotato di poche regole di facile comprensione, ideale
quindi per il giardiniere dilettante e per l’agricoltore famigliare.
Esso ha lo scopo di dare alla pianta una forma naturale e regolare in modo da facilitare lo scorrimento della
linfa all’interno dei rami, la circolazione dell’aria e la penetrazione della luce nella chioma.
Il sistema è basato su concetti di tipo estetico e geometrico, anche se l’esperienza dimostra che una pianta ben
formata è anche un’ottima produttrice di frutti; per questa ragione il metodo sta prendendo piede anche nelle
culture intensive, specialmente per la notevole riduzione di lavoro che esso comporta.
Il sistema naturale di potatura prevede l’asportazione di rami completi, siano essi di grandi o piccole
dimensioni e non consente in alcun caso la capitozzatura della pianta o il taglio effettuato a metà di un ramo,
qualunque ne sia la dimensione;
Il taglio corretto sarà quindi effettuato in corrispondenza di una biforcazione e sarà netto e parallelo alla
superficie del ramo rimasto in modo da non lasciare monconi.
Nell’asportare i rami cercheremo di ottenere una forma armoniosa e simmetrica, eliminando per prima cosa i
rami secchi o rotti, tagliando poi quelli che crescono orientati verso il centro della pianta ed i ricacci verticali
interni, in ultimo elimineremo quelli che ne incrociano altri o che crescono paralleli o troppo ravvicinati tra
loro.
Dovremo anche porre attenzione nel mantenere la simmetria della chioma riducendo in modo uniforme il
numero dei rami.
Il taglio di ritorno
Volendo ridurre le dimensioni della chioma dovremo procedere al taglio dei rametti apicali utilizzando la
tecnica detta “taglio di ritorno“.
Il “taglio di ritorno” consiste nel tagliare il ramo che si desidera accorciare, in corrispondenza dell’attaccatura
di un ramo più basso, in modo che questo, più corto, lo rimpiazzi nella sua funzione apicale.
Questo sistema non interrompendo il flusso regolare della linfa evita l’emissione di ricacci concentrati nella
zona del taglio, e dà alla chioma un’impostazione definitiva che non richiederà negli anni successivi che
interventi modesti di correzione e pulizia.
Salvo poche eccezioni è possibile potare con questo sistema tutte le piante da frutta e la maggior parte di arbusti
e di alberi ornamentali.(Le eccezioni sono trattate in un apposito paragrafo).
Questo sistema si contrappone alla capitozzatura, tecnica che viene molto spesso praticata per il contenimento
delle dimensioni delle piante e che può sembrare a prima vista più efficace.
La pratica ha dimostrato che questo non è vero, poiché bastano pochi anni alla pianta capitozzata per riprendere
le dimensioni originali sempre che il trauma conseguente alla potatura non l’abbia irrimediabilmente
danneggiata.
La capitozzatura inoltre è esteticamente brutta e favorisce la malformazione della pianta e l’insorgere di
malattie. Se più volte ripetuta provoca inoltre la formazione di calli nella zona d’inserimento dei nuovi rami
fenomeno che può causarne la caduta.
Caratteristiche del taglio
Il taglio deve essere effettuato con forbici da potare, troncarami o seghetto e deve essere netto, senza sbavature
e deve lasciare le superfici lisce e compatte.
Per questo motivo è di grande importanza la qualità degli utensili utilizzati, che devono essere precisi e affilati;
infatti, un taglio slabbrato o con superficie rugosa può consentire l’insediamento di microrganismi, i quali
continuando la loro azione possono penetrare all’interno dei rami e del tronco, apportando danni irreparabili
alla pianta.
E’ quindi indispensabile disinfettare le superfici risultanti dal taglio con una soluzione di solfato di rame al 5%
o con tintura di propoli e quindi rivestirle con corteccia sintetica (Fitobalsam). Molto pratici risultano i prodotti
come il Cifo Cicatron che permettono con una sola operazione di disinfettare e sigillare i tagli in quanto
contengono un prodotto antifungino.
Le cortecce sintetiche come il Fitobalsam e il Cicatron sono prodotti che applicati con il pennello o con una
spatola sulle ferite della pianta esercitano un azione protettiva e disinfettante impedendo ai batteri di intaccare il
legno dei rami e del tronco.
CASI PARTICOLARI
Alcune piante hanno esigenze particolari che cerchiamo di ricordare caso per caso.
Piante che non tollerano drastiche potature:
Alcune specie arboree non tollerano drastiche potature e, se potate, entrano in uno stato di sofferenza che
impedisce loro di riprendere uno stato vegetativo normale e che, in molti casi, può portarle alla morte; gli
interventi, su piante appartenenti a queste specie, saranno pertanto limitati ad una leggera azione di pulizia e di
contenimento, con l’eliminazione del minimo possibile di rami.
Tra le piante che appartengono a questa categoria le più note sono: Il ciliegio, l’albicocco, l’ippocastano, la
quercia ed in genere le conifere.
Piante che fioriscono o fruttificano sul ramo dell’ anno:
Alcune specie vegetali fioriscono o fruttificano sui rami appena emessi, in questi casi, al momento della
potatura, i rami che produrranno fiori e frutti non sono ancora presenti.
Le specie vegetali che presentano questo tipo di comportamento non sono molto numerose, ma tra di esse ne
troviamo alcune molto importanti e diffuse.
Senza pretesa di ricordarle tutte citiamo: la vite, la rosa, l’actinidia, il glicine, la legerstroemia,la
mora,l’ibisco, ecc..
Nel potare piante appartenenti a queste specie si ricorre all’accorciamento drastico dei rami, in quanto, queste
specie vegetali hanno la tendenza a ricacciare il nuovo ramo partendo dalla cima di quello emesso l’anno
precedente, cosa che ne rende il portamento, in assenza di potatura, scomposto ed incontrollabile.
Per la potatura di queste piante si interviene in due fasi successive; nella prima detta di formazione si seguono
le stesse regole viste nel capitolo potatura secondo il sistema naturale (eliminazione dei rami difettosi, dei rami
interni, dei rami in eccesso, di quelli vecchi e malformati) nella fase successiva si accorciano i rami emessi
nell’anno precedente tagliandoli sopra una gemma rivolta verso l’esterno lasciando un numero di gemme
variabile da specie a specie secondo la tabella seguente.
Pianta n. di gemme note
rosa 3 - 4
glicine 5 - 7
actinidia 5 - 7
vite 3 - 10 a seconda del tipo di impianto
altre specie 3 - 4
Il taglio deve essere netto, eseguito al disopra di una gemma rivolta verso l’esterno della pianta, non troppo
vicino ad essa (3-4 mm.) e deve essere inclinato all’opposto della gemma in modo che l‘acqua della pioggia
possa scolare senza colpirla direttamente.
Piante che fioriscono o fruttificano sul ramo dell’anno precedente:
Alcune piante assai diffuse fioriscono e fruttificano sul legno prodotto l’anno precedente e devono quindi essere
potate a fioritura avvenuta; ne ricordiamo alcune specificando la tecnica da adottare.
La forsithia può essere accorciata drasticamente in analogia con le rose, aspettando però che esaurisca la sua
fioritura spettacolare.
L’ ortensia presenta una “falsa rifiorenza” dovuta al fatto che la prima fioritura avviene su gemme apicali
svernanti portate dai rami dell’anno precedente, mentre una seconda si ha, prodotta dai rami che si sviluppano
nell’anno. Se viene potata corta durante l’inverno, vengono asportati tutti i fiori della prima fioritura lasciando
solo quelli della seconda.
Il lampone fiorisce sul ramo dell’anno precedente ed anche in questo caso la potatura corta asporta tutti i rami
portatori di frutti.
Le piante appartenenti a questa categoria possono essere sfoltite solo mediante l’asportazione di rami completi.
ATTREZZI PER LA POTATURA
Avere a disposizione efficienti strumenti di lavoro e la premessa fondamentale per lavorare velocemente senza
procurare danni alle piante.
Scegliete attrezzi di marca acquistandoli possibilmente in un negozio specializzato, dove vi sappiano
consigliare e fornire ricambi e assistenza. Evitate quelli troppo economici ricordando che quelli di qualità con
una buona manutenzione potranno durare molti anni.
I principali attrezzi per la potatura sono:
- le forbici da potare eventualmente con il fodero,
- il troncarami,
- lo svettatoio,
- il seghetto,
- le forbici a manico prolungato o telescopico,
- i guanti,
Tra i prodotti ricordiamo il mastice di cui abbiamo precedentemente ricordato la funzione e quindi il pennello o
la spatola per distribuirlo, ed i sistemi di fissaggio per i rampicanti.
Analizziamo brevemente le caratteristiche dei moderni tipi di attrezzi esistenti in commercio.
Le forbici si dividono in due categorie a seconda del tipo di lama che impiegano per il taglio: possono essere a
cesoia, quando le lame esercitano l’azione di taglio scorrendo l’una sull’altra, sovrapponendosi, oppure ad
incisione quando una lama tagliente si appoggia su di una controlama piana costruita in materiale morbido
chiamata incudine.
Le forbici a cesoia richiedono uno sforzo maggiore per eseguire il taglio, in compenso tollerano errori e
maltrattamenti, le forbici ad incisione richiedono poco sforzo per eseguire il taglio ma sono più delicate.
Le forbici a cesoia più note e diffuse sono quelle costruite dalla ditta svizzera Felco mentre quelle ad incisione
più note appartengono alla tedesca Lowe.
I troncarami moderni sono tutti dotati di lama ad incisione e sono in grado di recidere rami fino a 50 mm.
Tra i più diffusi segnaliamo quelli delle ditte Bacho e Wolf.
Gli svettatoi sono dotati di manici telescopici grazie ai quali possono raggiungere altezze superiori ai cinque
metri con una capacità di taglio che può superare i 40 mm. Sullo stesso manico è possibile montare un seghetto
per tagliare rami di grandi dimensioni.
Quando il diametro dei rami è inferiore a 25 mm, si possono utilizzare le forbici telescopiche più leggere e
veloci dello svettatoio.
I seghetti di concezione moderna, hanno la stradatura interna allo spessore della lama che consente loro un
taglio preciso e veloce. Oggi quasi tutte le aziende produttrici di attrezzi ne hanno in catalogo, tra le migliori
ricordiamo la Felco e la Ars.
I seghetti con lama tradizionale non sono consigliati per la potatura poiché lasciano la superficie del taglio
scabrosa con il rischio di favorire l’insediamento dei funghi e dei batteri.
CONCLUSIONE
Non ci resta che augurarvi buon lavoro, nella speranza di avervi fornito uno strumento utile e di semplice
comprensione.
Testi di Alberto Micheletta. Disegni di Maurizio Micheletta
E' vietata la riproduzione anche parziale senza autorizzazione scritta da richiedere a info@maiac.it
POTARE GLI ALBERI DA FRUTTO
risponde Didier Villery, giornalista, fotografo... e giardiniere
(da L'Ami des Jardins et de la Maison, gennaio 2004)
È ciò che raccomandano la maggior parte dei manuali di arboricoltura fruttifera. Tuttavia, da alcuni anni, taglio i miei alberi da frutta in estate, ed essi non si comportano per questo peggio, al contrario, tendono a produrre di più...
La potatura degli alberi da frutto per ottenere più frutti (chiamata anche potatura di produzione) si effettua tradizionalmente in inverno. Ha per scopo di ridurre i rami dell'estate precedente al di sotto del 3° o del 5° germoglio partendo dalla base. Non è un'operazione agevole, perché fa freddo, e bisogna inoltre contare i germogli su ogni ramo. I giardinieri esordienti si perdono, perché non è sempre evidente riconoscere bene il punto di nascita dei rami quando sono privi di foglie. La potatura estiva si fa sui giovani germogli, che bisogna ridurre, secondo le esigenze e il vigore dell'albero, al di sotto della prima o della terza foglia.
Ripetuta parecchie volte durante la bella stagione (si tagliano i rami solamente quando raggiungono il diametro di una matita), questa potatura ottimizza la maturazione dei frutti e favorisce la trasformazione veloce dei germogli a foglia in germogli a fiore.
Molto semplice, perché si individua facilmente la prima foglia di un giovane getto, è inoltre molto più gradevole perché la si pratica quando fa bello, è quasi una passeggiata.
Inoltre, gli avanzi di potatura sono ancora teneri e si decompongono facilmente nel mucchio del compost, mentre in inverno non è sempre facile sbarazzarsi dei rami tagliati.
La potatura estiva è dunque non solo possibile, ma ve la raccomando veramente, perché facilita la vita dei giardinieri dilettanti.
Devo precisarvi però che questo intervento si effettua piuttosto su alberi da frutto piccoli, (a basso innesto, o tenuti a palmetta, a cordone, a U semplice o doppia) , e su alberi ben formati. La potatura di formazione, invece, si effettua piuttosto in inverno, nel momento in cui è più facile tagliare rami grossi, e si ha per di più una percezione molto migliore del profilo dell'albero.
Riassumendo:
La potatura da produzione si effettua tradizionalmente in inverno, tuttavia può essere praticata anche in estate. Più facile e più piacevole, questa potatura estiva ottimizza più velocemente la produzione dei frutti. Ma è efficace solamente su degli alberi che abbiano già ricevuto una buona potatura di formazione... in inverno
La stevia nell'orto
La semina della stevia viene effettuata all'inizio della stagione primaverile; il trapianto deve avvenire non prima che la pianta abbia messo il secondo paio di foglie vere (il terzo se si conta quello del germoglio).
Quando la pianta avrà raggiunto un'altezza di circa 10 cm è possibile compiere una prima operazione di cimatura (operazione che si esegue asportando la parte apicale di un germoglio); è necessario lasciare almeno uno o due nodi con le proprie foglie così da consentire lo sviluppo dei getti ascellari; questi, una volta che si saranno allungati, dovranno subire un'identica cimatura. Ciò consentirà una notevole produzione di foglie. Dopo che la pianta avrà raggiunto una lunghezza variabile fra i 50 e i 60 cm si potrà tagliare la pianta e raccogliere i tralci.
La stevia è una pianta resistente (tollera anche temperature vicine agli 0 °C e si adatta a diverse situazioni climatiche) e facile da coltivare (quello che non è facile è reperire i semi), ma ciò non significa che non necessiti di alcune cure affinché possa rimanere sempre in salute.
Il periodo nel quale la stevia produce il maggior numero di foglie è quello che parte da primavera avanzata e finisce con l'inizio della stagione autunnale. Durante questo periodo la coltivazione della stevia può avvenire all'esterno e la pianta può essere lasciata esposta direttamente al sole; è bene però ricordare che in questo caso si rendono necessarie frequenti annaffiature e concimature.
È opportuno verificare che l'acqua non ristagni perché si corre il rischio di far marcire le radici; l'annaffiatura della stevia deve essere come quella che si esegue con i bonsai, ovvero si toglie il sottovaso e si lascia scorrere l'acqua in eccesso.
Le piante di stevia che vengono coltivate nei contenitori richiedono come substrato un miscuglio fatto di torba bionda (60%) e di torba scura (40%); a tale miscuglio deve essere aggiunto un kg di concime per metro cubo e anche del materiale inerte che consenta un drenaggio ottimale dell'apparato radicale.
Semi di Stevia rebaudiana
Stevia - Stevia rebaudiana Bertoni
Atlante delle coltivazioni erbacee - Piante aromatiche
Famiglia: AsteraceaeSpecie: Stevia rebaudiana Bertoni
Nome comune: Stevia
Origine e inquadramento
La Stevia rebaudiana Bertoni è originaria della valle del Rio Monday nel Nord-est del Paraguay. Le prime notizie sull’esistenza di questa pianta risalgono al suo uso da parte degli indigeni Guaranì che la chiamavano caà-ehe (erba dolce) e la utilizzavano per coprire il gusto amaro dell’Ilex paraguayensis con cui si preparava un infuso chiamato: “Mate” (il the del Paraguay) leggermente eccitante per un basso contenuto di caffeina.La Stevia rebaudiana è un’Asteracea, descritta dapprima dal botanico paraguayano Moises Santiago Bertoni (1857-1929), di Asuncion, come Eupatorium rebaudianum, fu poi esattamente classificata, nel genere Stevia, da William Botting Hemsley (1843-1924), ricercatore inglese dell’Orto Botanico di Kew. Il nome della specie, "rebaudiana", le è stato conferito in omaggio al chimico Rebaudi che per primo studiò le caratteristiche chimiche delle sostanze edulcoranti contenute nella pianta.
(Progetto Co.Al.Ta.2 - foto Eugenio Cozzolino)
Un po' di notizie
Sono state descritte più di 150 specie di Stevia, ma la rebaudiana è l'unica con importanti proprietà dolcificanti. Le foglie contengono un insieme complesso di glicosidi diterpenici. Queste sostanze sono caratterizzate dalla presenza nella loro struttura di 3 molecole di glucosio. Dei 4 edulcoranti (stevioside, rebaudioside A, rebaudioside C, dulcoside A), che si trovano in concentrazioni maggiori nelle foglie, lo stevioside (3-10% del peso secco delle foglie) e il rebaudioside A (1-3%) hanno proprietà fisiche e sensoriali ben caratterizzate con un potere dolcificante rispettivamente di 110-270 e 180-400 volte superiore rispetto al saccarosio.La Stevia può essere impiegata come dolcificante a zero calorie sotto forma di foglie fresche o in polvere, estratto disidratato o concentrato liquido di estrazione acquosa e/o idroalcolica. I prodotti di estrazione possono essere usati in diverse preparazioni alimentari precotte e da forno poiché sono stabili a temperature fino a 200°C e non fermentano.
Hanno impieghi analoghi ai dolcificanti artificiali a basso contenuto calorico e sono utilizzati soprattutto come dolcificanti per migliorare il gusto di alimenti e bevande non alzano il livello di glucosio nel sangue. In medicina è impiegata come agente anti-iperglicemico per la cura di patologie della pelle, nel trattamento dell'ipertensione per la sua azione cardiotonica e per molte altre patologie. In tabella 1 sono riportati gli usi concessi nei diversi paesi del mondo.
Esigenze
La specie non sembra avere particolari esigenze nei riguardi del terreno. In natura cresce infatti su terreni poveri, sabbiosi, con falda idrica superficiale. Questo avviene normalmente in zone come i margini delle paludi e le praterie. Nei riguardi della temperatura sembra avere un range abbastanza ampio con un optimum di 23°C. Resiste bene a valori prossimi allo 0°C.Le esigenze nutrizionali sono elevate per il potassio e l’azoto tra i macroelementi e per il ferro e manganese tra i microelementi. Per una produzione di biomassa di circa 7500 kg (ca 40-50% di foglie) si asportano 180 kg/ha di potassio, 105 kg/ha di azoto e 23 kg/ha di fosforo.
Nei riguardi dell’irrigazione bisogna assicurare alla pianta le giuste condizioni di umidità dopo il trapianto e prima della raccolta delle foglie. Dove il clima permette un secondo raccolto è indispensabile un’irrigazione post-raccolta per favorire l’emissione di ricacci. Durante la stagione secca bisogna provvedere a irrigazioni di soccorso.
Coltivazione
In Italia il periodo migliore per il trapianto ricade nel mese di aprile per le temperature miti e le frequenti piogge che assicurano un buon attecchimento delle piantine ed uno sviluppo uniforme.Le piantine vengono poste in campo ad una densità di 5-6 piante per metro quadrato con interfila di 60 cm. L’assorbimento dei nutrienti si verifica nei 30 giorni seguenti il trapianto e solo per l’azoto anche in prossimità della fioritura. Di norma si ottengono 2 raccolti di cui il primo nel mese di luglio ed il secondo generalmente più abbondante in settembre-ottobre.
La Septoria steviae e Sclerotinia sclerotiorum sono le principali malattie funginee che colpiscono la stevia.
Riferimenti bibliografici
- Midmore D.J. and Rank A.H. A new rural industry - Stevia - toreplace imported chemical sweeteners. Report for the Rural Industries Research and Development Corporation 02/22/2002; 55 p.- Soejarto D.D., Kinghorn A.D. and Farnsworth N.R. Potential sweetening agents of plant origin. III. Organoleptic evaluation of stevia leaf herbarium samples for sweetness. J. Nat. Prod. 1982; 45: 590-599.
- Andolfi L., Ceccarini L., Machia M. 2002. Caratteristiche bioagronomiche di Stevia rebaudiana. Informatore Agrario, 23: 48-51.
- Natural 1 Dicembre 2007 pp 34-35
Scheda a cura di Eugenio Cozzolino
Semi di Stevia rebaudiana Semina : in primavera Fioritura : da Settembre in poi Può essere facilmente coltivata in vaso. Necessita di luce ed annaffiature costanti. Acquista online |
Coltivare la STEVIA RABAUDIANA
Recentemente, dopo qualche ricerca, abbiamo comprato i semi e al momento attendiamo di veder spuntare i primi germogli. Nel frattempo l'abbiamo già provata in foglie secche e sbriciolate: leggete l'articolo sulla Torta con la stevia al posto dello zucchero.
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