Coltivare funghi pioppini


Si chiamano indifferentemente
nel linguaggio comune: pioppini o piopparelli, e siamo in presenza della medesima specie: Pholiota aegerita. Anche se gli alberi prediletti da questi  funghi sono i pioppi, meglio se vecchi, non disdegnano di nascere anche su altri tipi di piante come gli olmi, le querce, i salici, ecc.
Sono anch’essi funghi parassiti-saprofiti spontanei, ma che si utilizzano bene nella coltivazione artificiale su tronchi di latifoglie, come il pioppo od altre piante con caratteristiche simili.
Una curiosità: questi funghi a differenza di altre specie parassite nascono prevalentemente nella parte alta del tronco, invece che alla base di esso.

Descrizione

Il cappello da giovani si presenta color bruno ma, gradualmente, il colore tende a divenire color nocciola nell’intera superficie, tranne il centro che continua a rimanere lievemente più scuro. Il gambo è piuttosto alto, flessuoso e fibroso, le lamelle sono bianco-beige con tendenza a diventare più scure negli esemplari adulti. Si riproducono nella stagione primaverile proseguendo fino all’autunno, purché la temperatura si stabilizzi intorno ai 20° C e le piogge siano frequenti.
Hanno carne tenera nel cappello, ed un profumo assai gradevole sia allo stato fresco che dopo la cottura, avvertibile anche a distanza, ma i gambi è meglio scartarli. Da preferire, ad ogni modo, gli esemplari di dimensioni più piccole per meglio utilizzarli e conservarli.

Anche nei tempi antichi venivano coltivati
Greci e Romani li coltivavano, anche se le loro conoscenze scientifiche riguardo alla riproduzione dei funghi erano estremamente scarse, essendo sconosciute le spore e la loro specifica funzione nel processo riproduttivo. Si limitavano a spargere segatura di pioppo sul terreno in notevole quantità.
Dopo che le piogge l’avevano fortemente inumidita da essa spuntavano simpatici funghetti, magari in quantità limitata, i pioppini.

Pochi, ma buoni
Il profumo e il buon sapore di questi funghi, per la verità poco abbondanti in natura, nei mercati e poco noti, ci invitano, invece, ad avvicinarli per preparare più frequentemente con essi gustose ricette (pioppini all’olio, sughi per la pasta, o comunque variamente preparati).
Sono inoltre leggeri e facilmente digeribili come le altre specie coltivate precedentemente descritte.