Coltivazione da seme: Misho

Questo metodo richiede molta pazienza e meticolosità, ma permette di ottenere alberi particolarmente apprezzati. Una cosa da chiarire è che
non esistono sementi speciali tratte da alberi nani adatti alla formazione di bonsai, ma pressoché tutti i bonsai possono essere ottenuti per
semi. Si possono utilizzare semi prelevati da altri bonsai, acquistati, o raccolti in autunno direttamente dagli alberi. Questi semi messi a
dimora daranno in un periodo che va da cinque a sette anni, degli alberelli che potranno iniziare ad essere educati a bonsai. Questo tipo di
coltivazione dà il piacere di godere fin dall’inizio dello sviluppo di piccoli alberi, con caratteristiche proprie, differenziandosi anche dalla
pianta madre. Alcune sementi possono essere seminate appena dopo la raccolta, poiché sono in grado di germinare subito. Altre devono
essere conservate in ambienti freschi prima di essere seminate. Certi semi possono germinare già in autunno, ma per conservare la capacità
germinativa devono, essere interrati per qualche giorno in sabbia umida. Altre sementi presentano un periodo di quiescenza. In tal caso, si
stratifica (si disponi in strati insieme a sabbia umida) in un ambiente fresco e protetto dal gelo. Dei semi appartenenti a questa categoria
fanno parte quelli dell’acero montano, dell’acero giapponese, del cotoneaster, del carpino, del biancospino, del ginepro ecc. Prima della
semina bisognerebbe tenere i semi in acqua per uno o due giorni, così che si ammorbidiscono, permettendo la germinazione d’avvenire più
facilmente. Altro trattamento è quello di fare un trattamento chimico ai semi con un fungicida, capace di proteggerli da malattie, come la
muffa. Vi sono due momenti favorevoli alla semina, primavera e fine dell’estate-inizio autunno. Non si semina mai insieme specie diverse,
poiché le condizioni d’umidità, temperatura e luce richieste sono differenti.
Per seminare è opportuno procurarsi un vasetto o semenzaio con fondo forato. Si riempie di terriccio formato dal 50 % di torba setacciata e
dal 50 % di sabbia o perlite setacciata. Si riempie solo per tre quarti, senza pressare troppo, in modo che aria e acqua possano circolare
fig.1. Si collocano i semi ben spaziati, fig.2-3 ricoprirli con altro terriccio, premere leggermente fig.4, e quindi bagnare. Ricoprire infine il
vasetto con un vetro e riporlo all’ombra e al riparo dal gelo. Appena compaiono i primi germogli, spostare leggermente il vetro, affinché
l’aria circoli e toglierlo alla comparsa delle prime foglie.
Trapianto del semenzale
In primavera al momento dell’estrazione del semenzale, fig.5 quando il fusticino si è irrobustito, noterete che ha sviluppato lunghe radici,
potate le radici allungate fig. 6 per favorire un maggior sviluppo di radici sottili alla base dello stelo. Trapiantate ciascun semenzale in un
vasetto di coltura, che sarà abituato gradualmente al sole. In questo vasetto di plastica con terriccio con forte drenaggio, (lo stesso del
semenzale) allargate a raggiera le radici, per favorire un sistema radicale radiale. In questo periodo bisogna prestare attenzione ad una
patologia (marciume) sostenuta dal terreno, causandone la morte. Si presenta in forma più grave in condizione di caldo umido e quando le
piantine sono poste a distanze ravvicinate. Sarebbe il caso di aggiungere all’acqua una volta la settimana, un fungicida (tipo Benlate).
Crescita
Dopo il primo anno fig. 7, la piantina deve crescere per numerosi anni senza restrizione, in modo che il tronco s’ispessisca e la radicazione
si sviluppi. Nella piantina di quattro anni fig.8, il tronco appare ancora sottile ma gli intervalli internodali sono molti ravvicinati. A questo
punto è necessario irrobustire il tronco, perciò si procederà al trapianto in un grosso vaso o in piena terra. Trascorsi altri anni, fig.9 con le
concimazioni e le annaffiature necessarie, l’albero ha sviluppato una ramificazione e un tronco robusti. I nuovi ricacci verticali sono stati
raccorciati ogni primavera, per infittire la chioma.