Semenzale

i semi delle piante delle zone non (sub)tropicali di solito hanno bisogno
di passare un certo periodo a temperature inferiori a circa 6 gradi centigradi
per germogliare... la lunghezza del periodo dipende dalla specie e
credo anche dalla varieta'...

in pratica il sistema + semplice e' mettere + semi di quelli che servono
in uno strato di sabbia tenendoli all'aperto da novembre-dicembre
controllandoli da febbraio-marzo in poi e metterli in vaso quando
cominciano a germogliare...

in alternativa semina direttamente + piante di quelle che ti servono
in vasetti pieni di terra abbastanza soffice alla fine dell'autunno
e poi tieni le piante migliori (a seconda della specie possono germogliare
dalla primavera fino alla fine dell'estate)
secondo la grandezza del seme puoi usare come vasetti contenitori dello
yogurt, bicchieri di plastica, ecc per poi travasare in un contenitore
+ adatto quando escono le prime foglie (ricorda di bucare i contenitori
sul fondo per non fare ristagnare l'acqua)

io raccolgo da anni pinoli e noci di piante riprodotte da me circa
20 anni fa con questo sistema...

questo autunno ho piantato kiwi e prunus mahaleb da usare come portainnesti
e melia azedarach per vedere se riesco a usarla come insetticida...

molte piante nascono anche spontaneamente... io ho oltre 100 piantine
di olivo nate spontaneamente e raccolte quando erano appena germogliate...
e sotto i miei pini ogni anno germoglia qualche pinolo che non posso
utilizzare perche' non ho lo spazio per mettere altri pini...

alcune piante come gli agrumi (ho un ottimo limone innestato su una
pianta nata da seme) non hanno bisogno del periodo di basse temperature
e possono essere seminate direttamente in primaveraSemenzale

per gli ulivi puoi anche provare con talee ricavate dai rami di potatura
piu' grandi (con almeno un paio di cm di diametro) che prendono abbastanza
facilmente senza bisogno di ormoni e temperatura e umidita' controllate
(taglia i rami in pezzi di 30-40 cm interrandoli quasi completamente
e tenendoli sempre umidi durante l'estate)


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Coltivare bonsai partendo da semenzali e talee

Posted by admin in dicembre 8th, 2008  
In questo post vediamo come produrre un bonsai da seme o talea, principalmente dobbiamo sapere che produrre le pianticelle o le talee è solo una piccola parte, anche se piuttosto importante, di tutto il procedimento bonsai.
Dopo tutto, pianticelle e talee costituiscono solo il materiale grezzo che dovrà essere trattato adeguatamente prima che lo si possa considerare un bonsai. La scelta iniziale riguarda le dimensioni del futuro bonsai e a questo proposito le caratteristiche del materiale disponibile sono determinanti nella scelta del programma da realizzare.
Talee o semenzali di 2 o3 anni sono ottimo materiale per fare piccoli bonsai: si tratta generalmente di alberetti alti dai 20 ai 25 cm., con un tronco di 10-15 mm. di diametro. La dimensione del tronco dipende dalla varietà e anche da come l’albero è stato coltivato. Il materiale che ha potuto crescere vigoroso all’aperto ha certamente un tronco più grosso di quello che viene coltivato in contenitori, tuttavia anche le piantine e le talee che sono state rinvasate in contenitori progressivamente più grandi possono raggiungere talvolta delle buone dimensioni. L’acero tridente, l’olmo cinese e la zelkova sono varietà particolarmente vigorose e se crescono libere nel terreno, con abbondanza di luce, fertilizzanti e acqua, possono ingrossare i tronchi fino a 5 cm. di diametro e raggiungere un’altezza di oltre 3 metri in quattro o cinque anni.

Le diverse tecniche per la formazione del bonsai
Molte persone si avvicinano al bonsai attraverso le invitanti confezioni di ‘semi per bonsai’ che contengono un pò di sementi e un piccolo vaso di terriccio.
Queste confezioni possono essere divertenti e, sempre che i semi siano vitali, una buona quantità di questi potrebbe germogliare e diventare discreto materiale bonsai.
Come già detto, però, riuscire a far germogliare i semi è solo un primo passo: gli alberetti dovranno essere educati adeguatamente e subire una impostazione, se si vuole che diventino dei veri bonsai.
Lasciati crescere senza alcun trattamento, sono destinati a diventare comune materiale di vivaio.
La maggior parte dei principianti non sa, troppo spesso, quali interventi compiere una volta che le piantine sono cresciute, il che porta a cocenti delusioni e spesso all’abbandono dell’hobby. Ciò è un vero peccato e si può facilmente evitare.
Ci sono due modi fondamentali per creare bonsai da piantine e talee. Il primo è un vecchissimo metodo che è stato praticato dai cinesi per secoli.
Esso è conosciuto come il metodo di ‘taglia
e lascia crescere’, ed è basato sulla tecnica di continuare a potare e cimare, finchè si ottiene la forma desiderata.
Il secondo metodo è stato sviluppato più recentemente e contempla l’uso di filo metallico per piegare l’albero nella forma voluta. Entrambi questi metodi sono descritti quì di seguito.
Il metodo ‘tagliare e lasciar crescere’
Le piantine prodotte da seme o da talee
radicate di recente devono poter crescere vigorosamente per i primi due anni, cosicchè il loro tronco si ingrossi.
Alcuni coltivatori di bonsai in Giappone esaminano meticolosamente le radici delle giovani piante, rimuovono il fittone e accorciano tutte le radici laterali troppo vigorose, perchè fin dall’inizio si sviluppi un buon apparato radicale disposto radialmente.
L’appassionato può anche comportarsi nello stesso modo, nonostante che durante questo stadio la cosa più importante sia assicurare un vigoroso sviluppo a tutta la pianta. Le giovani piante, tenute sia nella terra che in vasi da fiori, devono essere concimate abbondantemente durante due successive stagioni vegetative: coltivate correttamente possono crescere fino a 30-90 cm. a seconda della specie ( gli aceri, ad esempio, possono raggiungere il mezzo metro, mentre l’olmo cinese e la zelkova giungono anche a 90 cm ). L’intenzione, comunque, non è quella di farle crescere così alte; si tratta piuttosto di sviluppare dei soggetti di piccole dimensioni ma robusti, in modo che il diametro del tronco sia in proporzione con l’immagine finale del futuro bonsai.
L’età migliore per iniziare il trattamento è a circa due anni.
Se il soggetto è troppo giovane, può non essersi sviluppato abbastanza; se è troppo vecchio, il suo tronco può essere diventato troppo rigido per essere educato.
Quando la pianticella ha raggiunto le dimensioni desiderate, deve essere estratta dal terreno e collocata in un vaso da fiori o in una piccola seminiera.
Si possono mettere queste piantine da sole, appaiate o anche in gruppi da tre a cinque nello stesso contenitore.
La composizione del terriccio usato per queste giovani piantine non è molto importante ( basta che sia ben drenato ), visto che la fertilizzazione della pianta verrà realizzata in un secondo tempo, con l’uso di concimi.
Dopo il trapianto, lasciatele crescere liberamente per un anno, affinchè si sviluppino in altezza e soprattutto in diametro del tronco. Nella primavera dell’anno seguente riducetene a metà l’altezza, conservando solo 1 o 2 internodi della ramificazione della stagione corrente.
Dopo questa drastica potatura, l’albero dovrà poter crescere per un altro anno: svilupperà un nuovo apice e contemporaneamente alcuni nuovi rami laterali.
Nella primavera seguente ( cioè durante il quinto anno ) si ripete questo trattamento, asportando tutta la vegetazione della precedente stagione a eccezione di 2 o 3 internodi.
Gli eventuali rami laterali devono essere potati affinchè infittiscano la loro ramificazione.
A questo punto l’albero deve essere estratto dal terreno. Gli si potano parzialmente le radici e lo si rinvasa in un vaso da coltivazione o in una seminiera. Questo processo di tagliar via tutta la vegetazione corrente, eccetto 2 o 3 nodi, viene ripetuto ogni anno fino a che l’albero ha tra gli 8 e i 10 anni. E’ invece sufficente potare le radici ad anni alterni. Giunto a questo punto il giovane alberetto dovrebbe già avere una piacevole conicità e anche un buon diametro del tronco. Con tale metodo di trattamento si può ottenere del materiale per bonsai alto circa 30 – 40 cm. e con un tronco del diametro di 25 – 50 mm. Questo procedimento è forse lento e un pò tedioso, ma può essere il punto di partenza di bonsai ben formati e piacevoli.
Vi sono naturalmente sistemi più veloci per sviluppare degli alberi con il treonco molto più spesso. Tali metodi verranno spiegati in prossimi post. E’ comunque molto gratificante possedere un bonsai che è stato formato completamente con le proprie mani.
L’applicazione del filo
Come per il metodo precedente, conviene partire con del materiale di circa due anni. Le radici vengono accorciate al momento del trpianto in vasi da coltivazione o direttamente nel terreno. Il passo più importante, comunque, è l’applicazione del filo sul tronco, per incurvarlo dolcemente a forma di ‘esse’. Questa è un operazione fondamentale, poichè determina la sagoma finale dell’albero per il resto della sua vita di bonsai. Dopo che l’albero è stato educato col filo, può essere ripiantato nel terreno oppure in un grande vaso da fiori e lasciato crescere per i successivi due anni.
Durante questo periodo ( il terzo e il quarto anno di crescita ) gli unici interventi necessari consistono in una regolare cimatura, affinchè si formi una densa ramificazione, destinando tutta l’energia vegetativa allo sviluppo del tronco principale. Il risultato è un considerevole inspessimento del tronco; alla fine di questo periodo di due anni l’albero è tratto dal terreno e sottoposto alla potatura delle radici prima del rinvaso. Le radici vengono potate allo scopo di lasciarle tutte della stessa lunghezza e di farle diffondere radialmente. Non è ancora il momento di decidere quali rami laterali devono essere scelti per la struttura definitiva, poichè ciò verrà fatto in un tempo successivo. Lo scopo principale, in questo periodo iniziale di crescita, è di provocare la formazione di un certo numero di rami fitti lungo il tronco. Questo si ottiene con la continua cimatura delle loro estremità. Dopo i primi due anni di educazione il filo deve essere rimosso per evitare che segni troppo profondamente la corteccia. I rami troppo lunghi devono essere accorciati. Eliminando il germoglio apicale si stimola la formazione di germogli laterali. E così di seguito, cimando i germogli laterali, essi stessi produrranno ulteriore ramificazione, ottenendo in tal modo la formazione di una chioma densa e fitta di rametti.
Dopo il quarto anno l’albero viene rinvasato, previa potatura delle radici. Nel quinto e sesto annonon ci sono interventi da fare, se non la continua cimatura dei rami. Alla fine del sesto anno l’albero, dopo una riduzione dell’apparato radicale, potrà essere rinvasato in un vaso da coltivazione o addirittura in un vaso bonsai. E’ nel settimo anno che si sceglie quali rami costituiranno la struttura definitiva e a questo punto tutti i rami superflui verranno eliminati.
Continuando nella cimatura e nell’accorciamento dei rami rimasti, si avrà la formazione di una ramificazione compatta e, giunti all’ottavo anno, si otterrà un bonsai abbastanza verosimile.